Oggi il POS è rotto. Domani avremo problemi alla rete. Dopodomani ci saranno problemi con la banca che gestisce il POS. Tra tre giorni alla cassa ci sarà una persona che non sa come utilizzare il POS, mentre tra quattro giorni staremo cambiando banca e saremo in attesa del nuovo POS, che ovviamente impiegherà un numero di giorni indefinito per arrivare.
Tralasciando i limitatissimi casi (che esistono) in cui queste motivazioni sono vere, la maggior parte delle volte è chiaro che siano solo scuse per non accettare pagamenti con carta. Sarebbe interessante capire quanto queste scuse vadano a favore dell’esercente e quanto penalizzino l’attività. Io, ad esempio, ormai non utilizzo più contanti e quando mi viene detto che la carta non è accettata semplicemente non torno più in quel locale. Magari sono solo io, e magari altri non si fanno tutti questi problemi.
Sarebbe tuttavia interessante cercare di comprendere le motivazioni che spingono gli esercenti a non gradire pagamenti con carta a tal punto da rinunciare a nuovi clienti. Purtroppo il fatto che il POS sia teoricamente obbligatorio costringe chi sta alla cassa a fornire discutibili e improbabili scuse e impedisce di comprendere le reali motivazioni dietro a questa scelta.
Occorre però fare una premessa. Il cliente che vuole pagare con la carta dà molto più peso alla volta in cui gli viene impedito il pagamento che alle dieci volte in cui il pagamento viene accettato senza problemi. Saprà esattamente quando un esercente è contro i pagamenti digitali, ma non saprà mai quando un esercente è contro i pagamenti in contante, semplicemente perché questi ultimi accetteranno il pagamento senza dire “wow, grazie per aver pagato con carta, lo apprezzo molto”.
Ed esistono.
Le motivazioni
Tornando ai motivi contro i pagamenti digitali, le uniche vere motivazioni che sono riuscito a individuare fino a ora sono due: evasione e commissioni. In realtà c’è un terzo motivo: la disinformazione, che è tuttavia strettamente collegata alle commissioni.
L’evasione
Per quanto riguarda l’evasione è chiaro: se una persona paga in contanti e non viene fatto lo scontrino è molto difficile che lo Stato se ne accorga, mentre pagando con carta il pagamento viene subito rilevato e uno scontrino mancato sarebbe rilevabile senza problemi. Questo ovviamente non è un problema relativo ai pagamenti digitali ma all’evasione fiscale, argomento molto complesso che non intendo discutere in questo articolo. Naturalmente non tutti coloro che non hanno il POS evadono le tasse e preferirei concentrarmi su questi, perché proprio non capisco lo strano motivo per cui, una volta emesso lo scontrino, si preferisca non accettare la carta.
Le commissioni
Qui entra in gioco il secondo motivo: le commissioni. Anche qui, ritengo che il “grandissimo problema delle commissioni” descritto da molti semplicemente non esista. Esisteva qualche anno fa, quando per ottenere un POS dovevi necessariamente rivolgerti alla tua banca, ma adesso sono presenti moltissimi operatori non più legati alle banche che offrono condizioni molto più vantaggiose.
Magari molti esercenti sono rimasti alle commissioni che si applicavano anni fa e pensano che tutt’ora si applichino le stesse commissioni, ritenendo che pagando 1€ di caffè si paghino più commissioni dell’importo da pagare. Potrebbero esserci persone convinte che avere un POS comporti per forza un canone mensile. Ovvio, se devo pagare 30€ al mese per il POS e ogni mese ricevo un totale di 15€ tramite POS non conviene. Ovvio, se è presente una commissione fissa di 1€ a transazione e il cliente vuole pagare un caffè da 1€ non conviene. Il fatto è che non è così, e finché agli esercenti non verrà fatto notare che la situazione è cambiata profondamente continueranno a rifiutare il POS offertogli dalla propria banca, senza guardare altrove perché convinti che un “altrove” non esista.
Esistono soluzioni che non prevedono né canoni mensili né costi fissi per singole transazioni. Se nel corso di un intero anno ricevo soltanto un pagamento di 1€ per un caffè tramite POS, ricevo 0,98€, essendoci una commissione del 2%. Ricevo somme maggiori e mi conviene pagare l’1% più un canone mensile? Esistono soluzioni anche per me. La maggior parte dei clienti paga tramite BANCOMAT? Posso portare la commissione su circuito PagoBANCOMAT a meno di 0,5%: in questo caso su una transazione di 1€ devo pagare una commissione di mezzo centesimo (ripeto: pagando un caffè con carta PagoBANCOMAT l’esercente paga mezzo centesimo di commissione). A fronte di queste commissioni, non penso che il problema sia questo.
Se proprio vogliamo dirla tutta, esistono offerte che azzerano completamente la commissione in caso di pagamenti inferiori a 10€ (ad esempio i POS Nexi) e iniziative da parte del Governo che permettono di detrarre fino al 100% delle commissioni totali che l’esercente paga. Tuttavia, essendo misure temporanee, non mi focalizzerei su queste. Esistono inoltre sistemi di pagamento digitali alternativi alla carta con commissioni molto più vantaggiose di quelle (già vantaggiose, a mio parere) dei POS. Ma parlo solo di POS perché è il pagamento digitale standard in Italia e nella maggior parte dei paesi del mondo.
La disinformazione
Immaginate di entrare in un bar che ha il POS. Andate alla cassa per pagare con carta il trancio di pizza da 2,50€ che volete, ma vi viene detto che la carta è accettata solo per pagamenti sopra i 10€. “Ma io non ho contanti”, rispondete voi. A quel punto chi sta alla cassa vi dice “va bene, prendi il panino gratis”.
Non ha senso, eppure è quello che è successo a Dalila in un bar di Udine.
Avrebbe avuto senso se l’esercente non avesse avuto il POS. Ma ce l’aveva.
Avrebbe avuto senso se le commissioni su 2,50€ fossero state maggiori di 2,50€. Ma è impossibile: anche avendo stipulato il contratto peggiore d’Italia, su un pagamento di 2,50€ l’esercente ci avrebbe guadagnato comunque.
E allora perché non accettare il pagamento? Anche se le commissioni fossero state 2€ (impossibile) accettare il pagamento incassando 0,50€ sarebbe stato più conveniente che incassare 0€.
Il vero motivo, secondo me, è che questo è uno dei casi in cui sentiamo una cosa così spesso che non abbiamo il minimo dubbio che sia vera, quindi evitiamo di informarci meglio. Alla persona che sta alla cassa viene detto che “non si accetta carta sotto i 10€” e quella regola viene applicata senza sapere come mai. “Tu mi dici quello che devo fare e io lo faccio“. A volte sono addirittura i proprietari delle attività commerciali che non accettano la carta perché “lo fanno in molti quindi ci sarà una ragione”.
Basterebbe rifletterci qualche secondo per capire che non ha assolutamente senso regalare qualcosa per evitare un pagamento di 2,50€ con carta.
Se vogliamo dirla tutta, non ha senso neanche non accettare pagamenti con carta sotto i 10€. Se le commissioni sono una percentuale sulle transazione, cosa cambia se il pagamento è di 100€, di 1€ o di 10 centesimi?
Quindi?
Hai un’attività? Non evadi le tasse? In questo caso non penso ci siano scuse valide. Occorre solo trovare la soluzione migliore per smettere di dire ai tuoi clienti che “il POS è rotto”. Fidati, è molto più comodo. Sia per te che per me. Ah, è anche obbligatorio. Sì, è vero, al momento non ci sono sanzioni se non accetti pagamenti con carta, quindi è come se non fosse obbligatorio. Ma da luglio le sanzioni dovrebbero essere introdotte. Quindi vai su Google e cerca “Nexi” e “Axerve”. Puoi dare un’occhiata a questi due servizi che offrono soluzioni POS interessanti e trovare quello che fa per te. Poi se proprio vuoi avere l’attività più digitale d’Italia puoi anche dare un’occhiata a “Satispay”, “BANCOMAT Pay” e “Codice Postepay”.
Guarda, ci tengo così tanto che inizi ad accettare pagamenti digitali che ti ho anche fatto uno schemino semplice semplice. Qui sotto trovi una panoramica dei POS più convenienti, ma ti consiglio di dare un’occhiata a TrovaPOS, un servizio che ti permette di trovare il POS migliore (sia per quanto riguarda i costi che per i servizi) inserendo il transato atteso via POS: clicca qui per trovare il POS migliore per te!
Iniziamo dai POS, ovvero quei meravigliosi dispositivi che ti permettono di rispondere “sì” alla domanda “posso pagare con carta?”.
- Nexi
- Nexi Mobile POS
- Costo iniziale: € 29,99 (quasi sempre in offerta a € 14,99 da Unieuro, ogni tanto anche meno)
- Canone mensile: € 0
- Commissione transazioni: 1,89% (zero commissioni per pagamenti fino a 10€ fino al 31/12/2022)
- Nexi (altri POS)
- Costo iniziale: € 0
- Canone mensile: da € 17,50 a € 69,00 a seconda del POS
- Commissione transazioni: 0,99% (oppure 1,19% e 0,69% su PagoBANCOMAT)
- Nexi Start (altri POS):
- Costo iniziale: da € 79,00 a € 99,00 a seconda del POS
- Canone mensile: € 15,00 oppure € 14,50 i primi 12 mesi, poi € 29,00 a seconda del POS
- Commissione transazioni: 0% fino a 1000€ in transazioni al mese, poi 1,20%
- Nexi Mobile POS
- Axerve
- POS Easy a commissioni
- Costo iniziale: € 170
- Canone mensile: € 0
- Commissione transazioni: 1%
- POS Easy a canone
- Costo iniziale: € 0
- Canone mensile:
- € 17 se col POS incassi fino a € 10.000 l’anno
- € 22 se col POS incassi fino a € 30.000 l’anno
- Commissione transazioni: 0% (1% sull’importo eccedente i € 30.000 / anno)
- POS Easy a commissioni
Come ho detto prima, se proprio vuoi esagerare, puoi anche pensare di accettare metodi di pagamento alternativi.
- Satispay
- Satispay ti permette di accettare pagamenti cashless semplicemente scaricando un’app
- Costo iniziale: € 0
- Canone mensile: € 0
- Commissione transazioni: € 0,20 (gratis per pagamenti fino a € 10)
- BANCOMAT Pay
- BANCOMAT Pay funziona proprio come Satispay. La differenza è che non ti puoi registrare al servizio: se hai una banca compatibile, allora puoi accettare pagamenti con BANCOMAT Pay da subito!
- I costi dipendono dalla banca
- Codice Postepay
- Anche Postepay ha un servizio simile a Satispay e BANCOMAT Pay
- Costo iniziale: € 0
- Canone mensile: € 5 (gratis fino al 31/12/2022)
- Commissione transazioni: € 0,20 (gratis per pagamenti fino a € 10)
Appassionato al mondo dell’informatica da quando avevo 10 anni, mi sono dedicato completamente a questo ambito laureandomi in Ingegneria Informatica nel 2019. Ho continuato gli studi, ottenendo nel 2022 una doppia laurea magistrale in Data Science and Engineering presso il Politecnico di Torino e la University of Illinois at Chicago.
Adesso lavoro come Software Engineer in Uber.